Eccomi qua amici nelle vesti di fisioterapista. Questa volta vi parlerò dell'infiammazione del Tendine d'Achille.
Tra i diversi tendini dell’apparato muscolo-scheletrico, il tendine d’Achille è di gran lunga la struttura più interessata da patologie infiammatorie e degenerative.
É bene ricordare che esso è il più largo e forte tendine del corpo umano che collega i muscoli del polpaccio (gastrocnemius e soleus) all’osso del tallone. Si calcola che sia in grado di sopportare carichi che possono arrivare fino a 300 kg; in altri termini, questo significa che il tendine d’Achille durante la corsa viene caricato di un valore pari almeno 6 – 8 volte il peso corporeo.
Le lesioni a carico del tendine d’Achille rappresentano il 5-18% dei disturbi totali legati alla corsa, divenendo così la sindrome più frequente da overuse dell’arto inferiore.
Vari sono i fattori che contribuiscono allo sviluppo di questa tendinite, in particolare ciò succede quando il tendine sottoposto ad un elevato stress si irrigidisce ed è obbligato a lavorare troppo duramente causando un'infiammazione, la tendinite appunto, che nel tempo può produrre tessuti cicatriziali nettamente meno flessibili del tendine stesso. Se il tendine d’Achille infiammato continua ad essere sottoposto a stress, può arrivare ad una vera e propria rottura.
La tendinite d’Achille di norma è provocata da un’eccessiva corsa in collina, dall’esercizio fisico intenso, dai salti e da altre attività che stressano il tendine e i muscoli del polpaccio.
I corridori con questa condizione dovrebbero ridurre il loro allenamento. Essi possono usare il ghiaccio e praticare lo stretching per ridurre il dolore e la tensione. Se non è trattato correttamente, una tendinite dell'achilleo può evolvere verso una cronicizzazione.
Relativamente al tendine d’Achille spesso viene usato prima, durante e dopo il gesto atletico il taping kinesiologico, per preparare, prevenire e per defaticare l’atleta. Questo metodo è basato sull’applicazione di un nastro elastico che stimola il processo di guarigione naturale.
Per evitare un eccessivo prolungarsi del processo infiammatorio, il mezzo principale è il ghiaccio, utilizzando un panno di protezione per evitare un contatto diretto con la cute (applicazioni ripetute durante il giorno per 15-20 minuti).
Per diminuire il dolore e per evitare ulteriori sovraccarichi al tendine, è importante che il paziente diminuisca la sua attività fisica e tenga il tendine a riposo.
Da podista posso dire che spesso, in seguito ad un dolore o fastidio non vediamo l’ora, nonostante il buonsenso ed i consigli di medici e fisioterapisti, di ritornare a correre il più presto possibile. Però se un trauma non è trattato adeguatamente, o se non si raggiungono nuovamente i livelli di forza, resistenza e flessibilità di prima del trauma, aumenta di molto il rischio incorrere in una riacutizzazione.
Una buona riabilitazione e un adeguato periodo di riposo permetteranno di ritornare a correre come prima.
Alla prossima amici runners :)
Nessun commento:
Posta un commento