Le sensazioni e le emozioni della corsa

Le sensazioni e le emozioni della corsa

martedì 26 luglio 2016

Scanno.......l'Olimpico del cuore

Dopo aver archiviato l'Ironman 70.3 Italy sabato 23 luglio ho partecipato al X5150limpico nel magnifico territorio di Scanno e Villalago. Lo scenario è davvero fantastico, immerso in una natura incontaminata e bellissima. Anche questa volta ho condiviso la mia passione con Fabrizio, mio marito. Il triathlon sta conquistando i nostri cuori e allenamento dopo allenamento la motivazione è alle stelle.
Le emozioni prima della gara sono indescrivibili e questa volta avrei affrontato sicuramente le limpide acque del lago di Scanno e mi sarei confrontata, dopo la delusione per l' annullamento del nuoto nell' Ironman a Pescara, con il mio tallone d'Achille: il nuoto. Nonostante la mia tensione ad affrontare la frazione nuoto, mi sentivo pronta anche perché nelle settimane precedenti avevo nuotato tanto nel mare della Croazia. Ero carica, tranquilla. Ero lì con infinite emozioni e mille pensieri.
Obiettivi particolari non ce ne sono, l'unica cosa che voglio é arrivare e la parola d'ordine é crederci. 
Prima della gara bisogna pensare e fare tantissime cose come se ci fosse un ordine prestabilito: prendere il pettorale, portare tutti i materiali e gli indumenti necessari nella zona cambio, senza tralasciare e dimenticare nulla. Quindi dopo aver lasciato bici, scarpe da bici e da corsa, casco, borracce con sali, barrette e occhiali all' uscita della zona cambio ci hanno consegnato il chip e scritto il numero 123 sul braccio sinistro. 
Ora mi sento anch'io un vero triathleta.
Il tempo é ideale, c'è il sole anche se sopra i monti il cielo é grigio e sembra non predire nulla di bello, l' aria è fresca. 
L' orario di partenza é alle 16:00. Io e Fabrizio facciamo velocemente il punto della situazione e dopo esserci accertati di aver preparato tutto decidiamo di rilassarci e mangiare qualcosa.
Alle 15:00 c'è il briefing. Intanto c'è tantissimo movimento nel lago perché tanti atleti si sono tuffati, chi per fare qualche bracciata chi per abituarsi alla temperatura dell'acqua e verificare che tutta l'attrezzatura sia a posto. 
Io decido di non farlo...........sbagliando!!!!
Dopo la foto con il gruppo Fit Program sia io che Fabrizio iniziamo a prepararci, ci ungiamo per bene e infiliamo la muta.
L'adrenalina sale alle stelle, il cuore batte......tutun....tutun.
Ci siamo, mancano pochissimi minuti. Gli uomini partono prima e dopo 5 secondi partiamo noi. Prima di entrare in acqua sono pervasa da molteplici sensazioni ed emozioni....mi sento pronta. Si va.
Dopo qualche bracciata sento il tappa naso che scivola via.....panico!! Fortunatamente ne porto uno di scorta. Ho perso tempo devo recuperare perché le altre ragazze si sono già allontanate. Rimango da sola.....panico!!
Gli occhialini si appannano e non posso fare nulla,li devo tenere così.....panico!!
Mi blocco, non riesco più a mettere la testa sott'acqua, é più forte di me, così non mi resta che nuotare con la testa fuori. Sono arrabbiatissima per ciò che mi sta succedendo ma resisto, voglio continuare e voglio pensare solo ad uscire dal lago. Guardo il lago, la boa.....sempre troppo lontana. La corrente é forte e il lago non è poi così tranquillo come avevo immaginato. La fatica si fa sentire e i muscoli del collo si induriscono e iniziano a far male. In quel momento ho pensato a tutte le persone che credevano in me, a Fabrizio che stava facendo la sua gara, alle nuotate in mare dove mi ero allenata sulle distanze da percorrere, agli allenamenti più difficili dove mi sembrava di scoppiare e poi ce la facevo. 
Dopo il giro di boa inizio a nuotare a dorso e osservando le nuvole riesco a mantenere la giusta direzione verso la boa successiva. In questo modo riesco a tranquillizzarmi e a rilassarmi. Ogni tanto mi rigiro per controllare se la traiettoria é giusta. Continuo così per qualche centinaio di metri e concentrata a fare ciò che in fondo sapevo fare riprendo a nuotare a stile. Il panico è scomparso ed ora nuoto liberamente verso la riva. Sono ultima ad uscire dall' acqua ma sinceramente chissene......., la mia gioia é immensa perché nonostante le mie paure ce l' ho fatta. 
Ora devo continuare e affrontare la frazione bici. Mi dirigo corricchiando verso la zona cambio sotto l' incitamento del pubblico e una volta raggiunta la bici finisco a sfilarmi la muta, mangio e bevo qualcosa al volo, indosso casco pettorale e occhiali e parto in bici. Sono consapevole sin dall'inizio che difficilmente troverò una scia da seguire e che quindi dovrò contare solo delle mie gambe e affrontare in solitudine i quattro giri. All' inizio del primo giro nei pressi di Villalago ho incrociato Fabrizio, qualche consiglio al volo e via seguito da altri ciclisti. Il primo giro mi è servito per studiare un po' il percorso memorizzando tutti i punti critici decidendo quindi quale rapporto usare. Il tratto più impegnativo è stata la salita che attraversava il borgo di Villalago , dopodiché il resto del percorso é stato abbastanza gestibile. Alla fine del terzo giro sono stata bloccata dai carabinieri che non volevano farmi continuare per via delle strade che venivano riaperte. Mi sono arrabbiata tantissimo spiegando loro che non sarei rimasta da sola perché l' assistente con la moto che ha seguito tutti i ciclisti mi avrebbe scortata all'ultimo giro, così con o senza il loro parere sono "fuggita" per ultimare il mio ultimo giro in bici. Infatti dopo pochi metri incrocio il mio " Angelo con la moto" che mi scorta per tutto il tragitto. In quel momento mi sono sentita importante e non ultima, e sentivo di restituirgli il sostegno che mi stava offrendo pedalando più velocemente possibile.  È stato davvero molto carino perché ogni volta che incontrava prima del mio passaggio un gruppo di persone chiedeva loro di incitarmi e fare il tifo per me. È stato emozionante, molto. 
Finalmente arrivo alla zona cambio, molti atleti avevano ultimato già da tempo e si apprestavano a togliere la bici. Senza perdermi d'animo e scoraggiarmi dopo aver effettuato la transizione bici-corsa inizio l'ultima frazione di 10 km verso il centro storico di Scanno. Sono sempre da sola. Affronto con un po' di fatica la lunga salita verso il borgo e arrivata al centro di Scanno una grande spinta veniva dall' incitamento della gente che ormai affollava le viuzze del borgo e alcuni di loro mi indicavano la direzione da seguire. Pensavo di essere sola ma in realtà con me c'era il pubblico e le persone che passeggiavano che facevano un gran tifo, solo per me. Anche durante la corsa ho avuto al mio fianco " l' angelo della moto", credo che anche lui facesse il tifo per me vedendomi così determinata e decisa ad arrivare al traguardo. Mancavano pochissimi chilometri all' arrivo e uscendo dal paese vedo a 300 metri da me un atleta, non sono più sola!! Qualcuno scommette che non arriverò più per ultima. Questo pensiero mi da sentire forte e la mia grinta aumenta metro dopo metro fino a quando nell' ultimo tratto sterrato in discesa lo supero.....ci scambiamo qualche parola e via. Una volta arrivata sulla strada corro con tutta me stessa fino al traguardo . Fabrizio é lì che mi viene incontro, lui è bello che vestito e mi incita, sono gli ultimi metri da percorrere. 
Sono arrivata penultima. Il finale non è stato come avevo immaginato, soprattutto non avevo considerato che il lago mi facesse così paura, nonostante tutto mi sentivo fiera e orgogliosa di esserci riuscita. Contenta di aver avuto prima "il mio angelo in moto" e dopo un ragazzo in bike che ha scortato me e l' altro atleta nel tratto sterrato fino al traguardo . Sono persone che mi hanno spinto passo dopo passo verso il traguardo e che rimarranno per sempre tra i miei ricordi più belli. 
Nel Triathlon si nuota, si pedala, si corre........si vive con il cuore che batte a tremila, le braccia e le gambe che in silenzio segnano la strada. 
È stata un'esperienza unica e indimenticabile , ci sono stati momenti in cui ho sentito il silenzio, il mio corpo e la fatica. La vera ed unica motivazione che mi ha portato al traguardo è stato sempre vivo dentro di me.
Durante la gara ho pensato tante volte alla gioia che avrei provato tagliando il traguardo, indipendentemente dal risultato, a quel momento in cui il sogno e l' obiettivo si incontrano.
Ripenso all' arrivo come una grande vittoria e mi vedo felice e sorridente, mi vedo correre verso Fabrizio e scoppiare in un pianto liberatorio. 
Questa è la mia finisch line.
Ma non finisce qui. 
Antonietta 

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